martedì 17 maggio 2016

A spasso con la "creatura"

Ma no, non fate i sentimentali, per favore! La creatura di cui sto parlando non è quella a cui cambiavate i pannolini e asciugavate il moccio dal naso. Se vi aspettavate racconti di biberon e passeggini, cambiate canale.


La "creatura" è una bestia di zaino che oscilla tra i 22 e i 25 chili. Si fa in fretta a raggiungere certe stazze: dentro ci stanno sacco a pelo, tenda, ramponi, picozza, imbrago, pala, sonda, fornello, cose da mangiare, thermos, materassino e abbigliamento. E chi non porta la tenda, porta la corda. 

La vita stessa ci carica di fardelli. E' proprio da fessi caricarsene di ulteriori. Ma tantè... Il bello è che il nostro rapporto con la creatura ricalca quello che siamo soliti avere con i carichi della vita. Sicuramente nulla ci piomba sulle spalle tutto da solo, però ci fa comodo dimenticarcene. Ce ne lamentiamo per tutta la giornata e incolpiamo il disegno malvagio del destino: "Maledetto sacco, quanto pesi!". Eppure ce lo siamo caricati di nostra volontà.

E, come per tutti i fardelli, conta anche l'abitudine. A furia di portare pesi si diventa bravi a gestirli, dentro e fuor di metafora. E tante auto-certificate incapacità in questi campi sono puri alibi. La ricerca scientifica dimostra che la percezione è costruita culturalmente. Questo significa - udite udite - che NON è vero che i portatori sherpa o hunza siano "portati" (geneticamente?) a trasportare grandi carichi. Vuol dire semplicemente che il loro stile di vita li ha abituati a vedere i grandi fardelli come "possibili"; e che, a furia di trasportarli, hanno abituato anche il loro fisico al compito. Ovvero non è colpa dello zaino pesante: è la nostra schiena ad essere poco allenata.

Insomma, portare ogni tanto a spasso la "creatura" è un toccasana. Quando finalmente te lo togli dalle spalle apprezzi molto di più le semplici, rustiche gioie della vita. E il giorno dopo, quando la schiena ha recuperato, ti senti molto più forte di prima.