giovedì 19 maggio 2016

TORNA A CASA, LASSIE

Quando confidai a mio zio che provavo un forte interesse “nei confronti della Nasa”, il pover’uomo pensò mi stessi riferendo a Maria “Canappia”, una compagna di classe. 

In realtà io alludevo alla “ National Aeronautics and Space Administration “, cioè all’agenzia spaziale statunitense. 

Ebbene, dopo tanti anni, la vita mi ha concesso una piccola rivincita. Perché oggi, seduto nella sala operativa della Garmin a Milano, ho vissuto un pochino l’emozione di chi sta nella stanza di controllo dei lanci spaziali.  Ho visto proiettare, sulla parete di fronte a me, mappe e foto satellitari del Denali, Uno spericolato susseguirsi di tracce e waypoints ha coagulato in un colpo d’occhio distanze che, in realtà, saranno misurate in forma di strazi muscolari e polmonari.


                           Le tracce GPS raccolte negli anni non coincidono. Colpa delle modificazioni dei ghiacciai?

Ma procediamo con ordine. In realtà è molto importante avere dei riferimenti spaziali all'interno di un ambiente che può improvvisamente diventare indecifrabile (vedi il post di qualche giorno fa intitolato "WHITEOUT"). Mettiamo, per esempio, che tu stia salendo ad un campo più alto. Cala la nebbia e perdi ogni riferimento visivo perché sei immerso in un mondo totalmente bianco. Se ti muovi casualmente rischi di finire in zone pericolose, dove il maggior pericolo sono i crepacci. I crepacci sono quelle simpatiche fratture che si formano nella superficie del ghiacciaio a causa del lento scivolamento dello stesso verso valle. Possono avere una profondità di alcune decine di metri e spesso sono coperte dalla neve, quindi invisibili al malcapitato passante. A voi piacerebbe, camminando sul marciapiede, cadere per una quarantina di metri in un tombino aperto? Se avete risposto "sì", allora potete omettere di continuare a leggere il presente post. Se invece pensate che in fondo non vi piacerebbe, allora dovete munirvi di un bel GPS. 

Il GPS è uno strumento che vi consentirà di tornare, per esempio, perfettamente a ritroso sui vostri passi- anche se nel frattempo neve o bufera avessero cancellato le vostre impronte. Oppure, se avete preventivamente memorizzato sullo strumento una traccia o una direzione, vi permetterà di proseguire in relativa sicurezza. Male che vada, vi permetterà di capire perfettamente dove diavolo siete finiti.

Qualcuno sarà scandalizzato. Ma come - ti sei convertito alla tecnologia? Ma no, tranquilli. Il GPS, come tutti i dispositivi tecnologici possiede una duplice valenza. Ci sono casi in cui l'utilizzo è realmente utile, dove addirittura può fare la differenza tra la vita e la morte. Altre volte la tecnologia diventa un surrogato inutile di nostre capacità naturali. Sapevate che la neuroplasticità del cervello è stata scoperta per la prima volta esaminando il cervello dei tassisti londinesi? Costoro, a furia di esercitare inconsapevolmente le capacità di rappresentarsi mentalmente il reticolo stradale, presentavano uno sviluppo maggiorato nelle aree cerebrali implicate nell'orientamento spaziale. Ma se il GPS diventa uno strumento che per pigrizia utilizziamo sempre, anche su percorsi mediamente conosciuti, accadrà il contrario del fenomeno dei tassisti: avrà luogo una progressiva atrofia della capacità di orientarsi nello spazio. L'uso sviluppa l'organo - diceva sempre quel famoso zio. A distanza di tanti anni non ho ancora chiarito se si riferisse solo al cervello.

P.S.: grazie a Massimo e Luca per la consulenza sull'uso del GPS in Alaska