E’ possibile allenarsi allo
stress? Per me questa domanda comporta il ribaltamento dell’accezione comune del termine “stress”. Oggi “stress” è diventata una parola abusata ed indefinita, strumentale a
non assumersi fino in fondo la responsabilità delle proprie debolezze. Perché consente di spostare all'esterno le cause di quello che non va. Allora diventa sempre colpa "del mondo cattivo", del
capo, della suocera; insomma se non ci sentiamo bene, se siamo demotivati o se non riusciamo a raggiungere i nostri
obiettivi è sempre colpa di "altro da noi ”. Ma è davvero così? Siamo sempre più
stressati perché il mondo è sempre più carogna, o in quanto siamo sempre più
deboli interiormente? Io propendo con chiarezza per la seconda ipotesi. Credo che
oggi nei paesi avanzati – e nella società italiana in particolare – le persone
sfuggano a causa dello stile di vita, dell’uso delle tecnologie e per la cultura
imperante, ad una serie di processi ed esperienze che una volta servivano a
plasmare le risorse interiori degli individui. "Allenarsi allo stress"
significa dunque recuperare e esercitare le proprie risorse interiori. Processo
che, come non ho mancato di sottolineare nei miei libri, non bisogna figurarsi
in modo ingenuo e semplice alla stregua di un insieme di regolette ingenue e
illusorie del tipo "Pensa positivo!". Come occorrono migliaia di ore di pratica
per migliorare il proprio personale sulla maratona, così trasformare le proprie
risorse interiori è una disciplina che dura l’intera vita. Tuttavia, sgombrato
il campo da illusioni e aspettative magiche, occorre anche che qualcuno si
faccia carico di strutturare e di testare in modo scientifico le metodologie di
allenamento delle risorse interiori. Da qui il progetto "Alaska Stress
Challenge".