venerdì 15 aprile 2016

Termopili di ghiaccio: la cronaca del tentativo di record del 2008 (parte 1)

Avendo molto parlato in questi giorni del tentativo di record del Denali del 2008, mi è sembrato doveroso ripubblicarne la storia intera. Ecco il capitolo che ne tratta (diviso in tre parti), tratto dal mio libro "Perseverare è umano".





5.4. Le termopili di ghiaccio: un monito sulla comunicazione

Gli uomini del Soccorso Aeronautico
considerano il Denali alla stregua
del più feroce dei draghi: unico,
gigantesco, ingannevole. E sempre
potenzialmente fatale, perfino
per coloro che lo conoscono meglio
di chiunque altro.
Bob Dury, Una stagione da eroi

63° 410.2’’ N, 151° 026.64’’ W, Alaska, primavera 2008

Per me no, grazie.. Durante un pranzo di lavoro, il commensale di fronte a me respinge il piatto di lasagne che il cameriere gli porge. Sta seguendo una dieta, spiega. Il piatto fa dietro-front: viviamo un momento epocale nella storia della nostra specie. Non è da molto, infatti, che un essere umano possa permettersi di rinunciare a fare scorta di cibo. Accade in modo generalizzato solo da pochi decenni, e solo in limitate aree del pianeta. Ed è frutto di unattenzione univoca al benessere.. Una volta le priorità erano altre: evitare il malessere, cioè fame, freddo, sete, guerre, epidemie. Sopravvivere. Il fatto che troppo cibo potesse rappresentare un problema non era neanche lontanamente concepibile.

Oggi se si ha fame basta spalancare il frigo; se si ha sete basta aprire il rubinetto; quando si patisce il freddo (quasi mai) è sufficiente alzare il riscaldamento. Tutto ciò viene dato per scontato. Eppure non lo è affatto. Il benessere rappresenta una fragile, anomala, localizzata eccezione. Non ci vuole molto per rendersene conto. A me, tutto questo, fa venire in mente lAlaska. LAlaska è una delle tante strade per ritornare nel mondo reale. Ma procediamo con ordine. Dopo aver vinto il Trofeo Mezzalama, la gara di sci-alpinismo più prestigiosa al mondo, Jean Pellissier si permise una cena pantagruelica: a tavola cerano lui e i suoi amici storici, e nessuna portata subì laffronto toccato alle lasagne di cui sopra. Infatti lo sci-alpinismo consente di correre in salita con gli sci ai piedi, e poi di sciare in discesa: il consumo calorico è assicurato, gli atleti sono tutti magri, e il concetto di benessere viene più spesso collegato allentità del tasso alcolico nel sangue che alla silhouette... Ora che scei il... hic... più forte al mondo.... lo provocò Daniel ....scicuramente... hic... non puoi sciottrarti a tentare il record del Denali con gli sci!. Seguì un tintinnare di bicchieri e un coro generalizzato di Evviva!, segno che la sfida era accettata, senza dibattimento alcuno. Il lettore resterà comprensibilmente sconcertato. Dai precedenti capitoli avrà sicuramente capito che le decisioni sui tentativi di record nascono alla fine di un avveduto e prudente lavoro di analisi, simile agli studi prodotti dalla Nasa per i voli spaziali. Il tentativo di record allEverest era stato progettato nei minimi dettagli. Questa volta invece andò diversamente. La missione Denali Express non vide la luce grazie a un estenuante lavorìo delle aree frontali dei nostri cervelli. No, fu partorita direttamente dai fumi dellalcol. Di tutto questo naturalmente pagammo a caro prezzo le conseguenze.



La squadra organizzata per supportare Jean era composta da quattro guide alpine del Cervino (Daniel, Patrick,Alain, Laurent), oltre allamico Filippo e al sottoscritto. Assoldati in fretta e furia, senza il necessario processo di amalgama e preparazione. Il Denali o Mount McKinley cima culminante del continente nordamericano non presenta difficoltà tecniche particolarmente elevate. Situato in Alaska, è caratterizzato dalla presenza di ghiacciai immensi con campi base accessibili solo da piccoli aerei muniti di sci. Ha unaltitudine tutto sommato modesta (6200 metri) rispetto ai giganti himalayani; ma lambiente è estremamente severo e pone grosse difficoltà di tipo logistico. La vicinanza con il Circolo polare artico comporta temperature estreme, meteo imprevedibile con bufere improvvise che si scatenano con venti fortissimi. Non per nulla uno dei nomi indigeni del Denali significa Creatore di Tempeste. Al campo 5, per esempio, abbiamo perso una tenda dalta quota, sparita letteralmente nel nulla, spazzata dalle raffiche che, secondo la stima dei Ranger, si aggiravano sui 150 km/h. Era vuota, per fortuna...
Da queste parti la logistica è problematica perché gli alpinisti si devono trasportare tutto il carico (cibo, tende, combustibile) da soli: non ci sono né yak né sherpa. E se devi portarti tutto sulle spalle, significa che devi per forza limitare il carico. E di conseguenza si riduce anche lautonomia in termini di giorni di permanenza. Quando il cibo o il combustibile che alimenta i fornelli scarseggia, si deve fare dietro-front. Altrimenti il rischio è quello di entrare a far parte del paesaggio, sotto forma di scultura di ghiaccio. Si noti che il fornello non serve per cimentarsi nelle ricette dalta quota ma, più banalmente, è essenziale per poter sciogliere la neve e potersela bere. Lalpinismo alaskiano è generalmente molto più duro in termini di stress personale di quello himalayano e richiede molta più resilienza. Si sta sempre sul ghiacciaio. I campi, compreso il campo base, non sorgono su morene o su terreno asciutto, e le limitazioni del carico non permettono di portare tende mensa o tende collettive. Quindi o si sta allesterno oppure sdraiati nella tendina, come succede durante il maltempo, che qui è assai frequente.
A queste considerazioni generali si aggiunga che una spedizione finalizzata al conseguimento di un record deve comunque portarsi un carico quasi doppio rispetto a quello di una spedizione con lo stesso numero di membri orientata alla .semplice. salita in vetta. E questo perché in quasi ognuno dei cinque campi che costellano la via di salita, si deve lasciare una tenda per offrire assistenza durante il tentativo.

Inoltre ogni membro della squadra deve avere 
la propria radio; e ciò significa portarsi batterie e pannelli solari per la ricarica. Ma, soprattutto, una spedizione finalizzata al conseguimento di un record necessita di molto più cibo: bisogna infatti prevedere di restare parecchi giorni in più rispetto a una spedizione .normale., perché è fondamentale attendere la finestra meteo ottimale per il tentativo. Un record richiede condizioni migliori rispetto a una salita priva di particolari pretese. E può anche presentarsi levenienza di un secondo tentativo: quindi è molto probabile che il soggiornosi prolunghi.
Il record che Jean si proponeva di battere riguardava la West Buttress, la cosiddetta via normale di salita: ventisei chilometri di sviluppo dal campo base alla vetta, con un dislivello di oltre quattromila metri positivi. Il record attuale appartiene allo statunitense Chad Kellogg, che ha impiegato quattordici ore per la salita e quasi ventiquattro complessive tra salita e discesa.

(Nota: Kellogg non aveva usato sci, ma racchette da neve fino al campo 4)